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Il “Tao della Fisica”: la relazione che esiste tra la scienza e lo yoga

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Oggi presento i tratti salienti di un libro che ha segnato la mia formazione

Negli articoli precedenti ho approfondito il concetto di stress, di stress lavoro correlato e del modo in cui, praticare regolarmente yoga, agisca sull’insieme corpo-mente, riducendone o addirittura prevenendone gli effetti negativi. Quello che voglio fare oggi è parlare di come la definizione di stress sia mutuata dalla fisica, approfondendo le analogie che esistono tra queste due discipline. Credetemi, non sono poche! Questo è un aspetto a me molto caro e che trovo particolarmente interessante! È proprio leggendo un libro di Fisica che inizia il mio viaggio nello yoga. È in questo modo che, l’interesse frammentario che nutrivo fino a quel momento, si trasforma ed irrompe prepotentemente nella mia vita. Il testo a cui faccio riferimento è “Il Tao della Fisica”, scritto da Fritjof Capra nel 1975.

Nonostante sia ormai datato si presenta ancora con lo stesso fascino di tanti anni fa, quando rimasi rapita dalla sua copertina rossa con titolo bianco delle edizioni Adelphi!

Il mio cammino sulla via dello Yoga

“Il Tao della fisica” si trovava da sempre (sicuramente non per caso!), nella libreria della casa dei miei genitori. Lo ricordo fin da quando ero piccola. Andavo a curiosare tra gli scaffali in cerca di chissà quali tesori nascosti, fino a quando da adolescente iniziai a prendere qualche volume di classici da leggere. Un giorno, ero ai primi anni di Università, decisi che era arrivato il momento di prendere quel testo che dallo scaffale sembrava quasi chiamarmi per invitarmi a leggerlo! Credo di averlo finito nel giro di soli tre giorni. L’autore, Fritjof Capra, è un famoso fisico americano di origine austriaca noto per le sue ricerche sulle Energie e sui Sistemi Complessi, il quale ha anche approfondito gli studi sulle implicazioni filosofiche della scienza moderna.

“Il Tao della Fisica”: che relazione esiste con lo Yoga?

Capra in questo libro mette in parallelo alcune delle acquisizioni della fisica moderna, detta “nuova fisica”, con gli insegnamenti delle antiche discipline orientali. In particolare vengono creati dei parallelismi con alcuni sistemi filosofici tra cui buddismo, il taoismo e l’induismo. È in questo contesto che fiorisce la dottrina dello Yoga, trovando delle analogie oserei direi rivelatrici!

Nel consigliarne vivamente a tutti la lettura, voglio provare a tracciare gli aspetto salienti de “Il Tao della Fisica”, il quale può considerarsi un classico nel suo genere.

Dalla fisica Newtoniana alla fisica moderna

La concezione del mondo secondo il modello meccanicistico Newtoniano, che per circa tre secoli aveva fornito solide basi alla filosofia naturale, era fondato su un approccio secondo il quale tutti i fenomeni fisici avvengono nello spazio tridimensionale della geometria euclidea, uno spazio assoluto, immobile ed immutabile. Le particelle che si muovono in questo spazio sono soggette ad una forza molto semplice che dipende dalle masse e dalla distanza reciproca di tali particelle. Questa è detta Forza di Gravità, a cui è soggetto in maniera uniforme qualsiasi fenomeno del mondo naturale. Un determinismo rigoroso basato sulla netta divisione tra Io e il mondo (Osservato e fenomeno osservato) introdotta da Cartesio.

Alla fine dell’800 gli studi sull’elettromagnetismo di Faraday e Maxwell mettono in evidenza che il modello newtoniano non è adatto a spiegare i fenomeni elettrici e magnetici e che più di singola forza è più appropriato parlare di campi di forze!

La Nuova Fisica

Poi all’inizio del Novecento gli studi di Albert Einstien aprono il campo a quella che sarà la vera e propria rivoluzione della fisica quantistica. Nella teoria della relatività vengono abbandonati il concetto di spazio e tempo assoluto. Si afferma infatti l’idea che lo spazio non è tridimensionale ed il tempo non è un’unità separata. “Osservatori differenti, che si muovono con differenti velocità relative rispetto agli eventi osservati, ordineranno questi ultimi secondo una diversa successione temporale. La principale conseguenza di questa scoperta è la conclusione che anche la massa è energia” Capra (1974). Questo ha un’influenza nel ridefinire il nostro concetto di materia! Quello che nella fisica classica è sempre stato associato a una sostanza materiale indistruttibile, la massa, viene ad essere identificata come una FORMA di ENERGIA! Una configurazione dinamica di particelle associate tra di loro in varie configurazioni e processi di cui fanno parte le stesse energie non separabili.

Senza addentrarsi in tutte le teorie che in quell’epoca cambiarono per sempre la visione della fisica classica, si possono tracciare alcune importanti conclusioni:

  • Due quantità non possono mai essere osservate contemporaneamente e precisamente (Principio Indeterminazione di Heisenberg)
  • Nella fisica atomica, lo scienziato non può assumere un ruolo distaccato ed obiettivo. Questo infatti viene coinvolto nel mondo che osserva fino ad influire sulle proprietà degli oggetti osservati (osservazione partecipante)
  • L’intero universo appare come una rete dinamica di energie non separabili, interconnesse ed interdipendenti

Con l’avvento della Fisica Moderna si passa quindi da una concezione deterministica, meccanicistica e lineare ad una concezione organistica e olistica della natura!

Il misticismo orientale

Probabilmente a molti potrebbe apparire ancora non troppo chiaro come la fisica moderna arrivi a dimostrare “scientificamente” alcuni assunti fondamentali delle dottrine antiche. Le varie scuole del misticismo orientale, sebbene differiscano in vari punti, approcci, tecniche e metodologie, si basano infatti proprio su questo concetto di unità dell’Universo.

I vari percorsi spirituali hanno tutti come scopo ultimo la piena consapevolezza dell’Unità e dell’interconnessione reciproca di tutte le cose, compresi i fenomeni naturali e l’uomo. Di trascendere la nozione di sé come individuo singolo e di identificarsi con la realtà ultima, il Se universale. Il raggiungimento di questa consapevolezza, chiamata Illuminazione, non è solo un atto intellettuale ma un’esperienza che coinvolge l’intera persona.

Nella concezione orientale, quindi, la divisione della natura in oggetti separati non è fondamentale e ciascuno di tali oggetti ha un carattere fluido e continuamente mutevole. La concezione del mondo è perciò intrinsecamente dinamica, il tempo e il mutamento ne sono elementi essenziali. Il cosmo è visto come una realtà indivisibile, in eterno movimento, animata, organica:materiale e spirituale nello stesso tempo. Poiché il movimento e il mutamento sono proprietà essenziali delle cose, le forze che causano il movimento non sono esterne agli oggetti, come nella concezione della Grecia Classica, ma sono una proprietà intrinseca della materia”. Il Tao della Fisica, Capra (1974).

L’uomo è energia in movimento!

Il singolo individuo non è un essere a sé stante, staccato da questi processi, che è in grado di conoscere ed indagare una realtà “oggettiva” ma è osservatore partecipante! Nel misticismo orientale la conoscenza poggia saldamente sull’esperienza così come nella conoscenza scientifica è fermamente ancorata all’esperimento. Nella pratica dello yoga e nella meditazione l’esperienza di unione è lo stato di coscienza nel quale ogni forma di frammentazione è venuta meno, dissolvendosi in unità indifferenziata.

Tutte le azioni avvengono per l’intrecciarsi delle forze della Natura; ma colui che è traviato dal sentimento del proprio Ego pensa : sono io colui che le fa. Ma colui che conosce il rapporto tra le forze della natura e le azioni vede come certe forze agiscano sulle altre, e non ne diviene schiavo” (Bhagavad Gita VIII, 3).

E soprattutto siamo Energia in movimento!  Quello che facciamo durante una pratica yoga è proprio lavorare sull’aspetto energetico, portando la nostra consapevolezza al flusso del Prana (Energia Vitale) che, attraverso il respiro, scorre nel nostro corpo!

Mente razionale vs Mente Intuitiva

Il mondo in cui viviamo, la natura stessa, sono aggregazioni multidimensionali di energia, di varietà e complessità infinita. Qui non esistono linee rette né forme perfettamente regolari, nel quale le cose non avvengono in successione ma contemporaneamente. In tale contesto anche la conoscenza razionale, lineare, tipica del pensiero Occidentale non è in grado di cogliere le realtà nella sua reale complessità.

La mente razionale per sua natura limitata proprio perché satura di informazioni, concetti, schemi di pensiero! La mente intuitiva, diciamo quella che “attiviamo” durante gli stati di meditazione è svuotata di tutti i pensieri, gli schemi, ed i concetti e ci permette di avvicinarci a “sentire” la realtà senza nessun filtro!

 

 

 

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