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Praticare yoga: un’attività diversa da tutte le altre

esercizi di yoga

Le posizioni yoga per imparare a conoscere il proprio corpo

In questo articolo vorrei approfondire un aspetto che mi sta particolarmente a cuore e che mi ha da subito affascinato molto: che differenza esiste tra il praticare yoga rispetto a tutte le altre discipline sportive.
Io, personalmente, faccio sport da quando sono piccola. Fino ai quindici anni circa ho svolto varie discipline anche a livello agonistico per poi dedicarmi al fitness nel tempo libero e più tardi al jogging. Insomma per me muovermi è sempre stata un’esigenza naturale, qualcosa che il mio corpo mi ha sempre richiesto. Durante i periodi in cui ho smesso di allenarmi con regolarità ho sofferto di vere e proprie forme di malessere psico-fisico.

Premesso questo, quando ho iniziato a praticare yoga, ho sentito da subito una differenza rispetto a tutto ciò che avevo provato fino a quel momento. Per me è stato immediatamente chiaro che stavo facendo un lavoro diverso. Con questo non voglio togliere assolutamente nulla ai benefici derivanti dalle altre discipline o dalla ginnastica, né all’attività fisica in generale tra cui la corsa e la camminata. Lo sport fa bene, la scienza ne conferma da anni gli effetti benefici per il corpo e per la mente. Ma come mi piace ripetere lo Yoga ci permette di lavorare sul corpo per andare oltre il corpo! Andiamo a vedere alcune differenze.

Lotta o fuga?

La lotta o la fuga sono le risposte automatiche attivate dal sistema nervoso simpatico in caso di un evento percepito come stressante, pericoloso. E’ un istinto naturale  che innesca una serie di alterazioni fisiologiche come l’aumento del tono muscolare e l’accelerazione del battito cardiaco e del ritmo della respirazione. Non solo nella vita quotidiana ci troviamo continuamente di fronte a questo tipo di sollecitazione, ma anche nella maggior parte delle attività sportive che svolgiamo. In entrambi i casi si attiva una delle due risposta: la lotta, si pensi alle discipline di combattimento e difesa personale o la fuga, la corsa ad esempio.

Al contrario praticare yoga ci invita a fermarci sul nostro tappetino, ascoltandoci, senza dover scappare da nessuna parte o lottare contro nessuno (o doverlo simulare). Questa antica disciplina consiste nell’assumere varie posizioni, chiamate Asana, chiaramente codificate dai maestri nel corso dei secoli (se ne contano migliaia ma quelle più conosciute sono 84) respirando in maniera consapevole e concentrandosi esclusivamente su quello che sentiamo, staccandosi dal concetto di performance.

L’importante non è eseguire le varie pose alla perfezione ma trovare quella che sia ideale per il corpo, osservando ed accettando i nostri limiti. “Che cos’è un ASANA? ASANA significa POSIZIONE. La parola deriva dalla radice sanscrita AS, stare, essere, sedere o stabilirsi. Negli Yoga Sutra (2.46) viene detto che un ASANA deve avere due qualità: STHIRA e SUKHA. STHIRA indica la stabilità e l’attenzione e SUKHA la capacità di mantenere comodamente una posizione. Se non ci sono entrambe queste qualità non c’è neanche l’Asana yoga.

Lo stato di calma in cui siamo immersi durante una sessione di yoga porta ad attivare il sistema nervoso parasimpatico. Gli stimoli che quest’ultimo invia al corpo includono battito cardiaco lento, respiro controllato e muscoli rilassati, e in genere comporta pensieri positivi e creativi. In questo modo è possibile rigenerare il corpo, calmare la mente ed aiutare la concentrazione.

La forza muscolare

La maggior parte delle discipline in cui ci cimentiamo lavorano sul potenziamento di determinati muscoli, attraverso la ripetizione di esercizi svolti in maniera rapida ed intensa. Nel comune allenamento fisico avvengono delle contrazioni isometriche forti e ripetute che stimolano attivamente le fasce muscolari. Questi sforzi aumentano la tensione e provocano sensazioni dolorose, determinando stanchezza e bisogno di riposo. Al contrario dopo una seduta di Asana ci si sente carichi di energia, rilassati, con una sensazione di benessere generale.

Questo perché durante la pratica dello yoga  le posizioni vengono assunte in maniera graduale attraverso un movimento continuo di contrazione ed espansione, tensione e rilassamento che agisce in maniera profonda su vari gruppi muscolari contemporaneamente. Molti studi scientifici dimostrano che lo yoga è un ottima soluzione per rafforzare il corpo, non solo per renderlo flessibile. Inoltre considera il capo solo anche come come strumento per espandere le proprie facoltà mentali, allargando quindi il concetto di benessere.

Posizioni di Yoga: imparare a conoscere se stessi

Facendo yoga impariamo a sentire il nostro corpo e acquisiamo maggiore consapevolezza, per esempio:

  • di quali muscoli sono contratti
  • a quali articolazioni dovremmo prestare più attenzione
  • eliminare eventuali squlibri tra forza e flessibilità

La mente è in uno stato di calma e concentrazione che ci permette di entrare in una dimensione meditativa, entrando in contatto con noi stessi in maniera aperta ed onesta (non mediata dalla mente e dalle sue perturbazioni). In quest’ottica la flessibilità a cui tutti pensano come sinonimo della parola yoga non è assolutamente un prerequisito per iniziare.

La colonna vertebrale

Negli esercizi fisici tradizionali, i movimenti delle estremità sono più importanti di quelli del tronco, agendo soprattutto sui muscoli scheletrici superficiali e sui loro nervi. La circolazione periferica aumenta e le movenze, spesso rapide, possono essere di tipo ripetitivo.

Durante l’esecuzione degli Asana la colonna vertebrale si muove in quasi tutte le direzioni. Le vertebre sono stirate e sottoposte anche a delle rotazioni. Negli esercizi invece, poiché si vuole sviluppare la forza e la destrezza specifica di una parte del corpo, di solito si ha la ripetizione di un gesto particolare che può coinvolgere in modo asimmetrico anche un solo lato del corpo.

L’importanza della colonna vertebrale nello yoga deriva dal fatto che essa è il centro della nostra forza, della nostra salute psico-fisica. Volendo usare la metafora dell’albero è il tronco chi ci permette di stare in piedi.
Per apprezzare l’importanza di quest’ultima concretamente, cerca di capire che tutto il movimento inizia ed è integrato attraverso l’area spinale. Tutti i nervi e gli organi, in ultima analisi, si ricollegano proprio in questo punto. Anche i nostri stati emotivi sono ad essa associati. Messo in relazione con la spina dorsale “fisica”, è il canale energetico nello Yoga conosciuto come Sushumna. Esso muove l’energia psichica, il prana, attraverso il sistema dei chakra.

Il segreto del praticare yoga risiede nel lavoro profondo sulla colonna vertebrale. I movimenti di allungamento, di rilassamento , di torsione, accompagnati dalla respirazione profonda permettono di lavorare anche sugli organi interni, stimolando la circolazione sanguigna ed il metabolismo cellulare.

Nonostante ci sarebbero ancora altri aspetti molto interessanti sui quali soffermarsi credo che quanto detto possa chiarire meglio le idee su come funziona lo yoga, su quale tipo di lavoro si compie e quali siano le differenze principali rispetto ad altre discipline! Buona pratica!

 

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