Entrare in contatto con la parte più profonda di se stessi per riscoprire la propria dimensione interiore
Approfondendo la relazione mente-corpo, è emerso come la scienza moderna sia arrivata a dimostrare quello che per le filosofie orientali, compresa la dottrina dello yoga, è un assunto principale. Mi riferisco al fatto che siamo Uno, siamo mente, corpo e spirito, un’unica entità non separata e non separabile. Già 4.000 anni fa lo yoga aveva compreso come mente, corpo, relazioni con il contesto non sono realtà scindibili, sezionabili e ripristinabili come i pezzi di un’automobile. Prenderci cura di noi stessi in senso olistico è un’urgenza che non si può rimandare. Non a caso il termine olistico, usato generalmente per far riferimento ad un approccio che considera la persona nella sua unità (dal greco olos – tutto, intero) significa che il tutto è maggiore della somma delle parti. Partendo da questa premessa è importante capire come liberare le emozioni rispetto alla relazione mente-corpo e di conseguenza rispetto al nostro benessere.
Anche sul posto di lavoro il nostro stato emotivo è una variabile importantissima per il benessere personale e per la qualità delle relazioni con superiori e colleghi. Ho già detto, e ribadisco, come aldilà dei ruoli e delle strutture, delle strategie vincenti, degli obiettivi di medio e lungo periodo, dei budget e dei piani finanziari, la vera criticità nella gestione aziendale sono le persone. Le loro emozioni, le loro motivazioni, le loro relazioni. La risorsa umana e la sua complessità, è cruciale per la riuscita di qualsiasi strategia!
Ma torniamo alle emozioni, a come attraverso di esse passi il nostro modo essere, di esprimerci, di relazionarci, nonché la capacità apprendimento.
Cosa sono le emozioni?
Fino ad ora non si è raggiunta una teoria univoca a riguardo. Ciò che sappiamo è che l’emozione è un’energia fisica, estesa a una durata di circa due minuti, la quale appare come reazione ad uno stimolo e che si dissipa con lo scomparire dello stimolo stesso.
Sono pensieri e “testa”? Oppure sono “corpo” e riflessi fisiologici? O forse impulsi e comportamenti?
Le emozioni sono tutti questi aspetti insieme: corpo e mente, attivazioni neurobiologiche, tendenze all’azione e comportamenti. È a causa di questa complessità che le emozioni vengono definite “processi multicomponenziali”. Sono infatti risposte innate, costituite da componenti differenti e da diversi fenomeni involontari e automatici che si verificano nello stesso momento.
L’energia fisica attivata da queste risposte, nasce in un’area specifica del cervello – o cervello emotivo – dove originano quei meccanismi necessari alla vita quali l’attacco, la difesa, l’alimentazione e la procreazione. Tali elementi formano il sistema limbico. Si tratta dell’area più arcaica del cervello dove si trova l’amigdala – che in greco antico significa ‘mandorla’, di cui richiama la forma – la ghiandola che serve come centro di gestione di memoria, apprendimento, dolore, aggressività, sessualità, ansia e paura.
L’amigdala elabora le emozioni e le reazioni istintive primarie, svolgendo un ruolo importante nei processi decisionali e motivazionali.
Ricercatori, filosofi, psicologi, studiosi dello Yoga e della meditazione, si occupano di questo tema da centinaia di anni. Già Charles Darwin sosteneva che le emozioni sono necessarie alla sopravvivenza e all’evoluzione della specie.
Le emozioni sono manifestazioni fisiologiche
Per liberare le emozioni deve accadere un evento scatenante di cui abbiamo consapevolezza. Questo può essere interno, come un pensiero o una sensazione corporea, oppure esterno, come un superiore che ci urla contro, e che dà luogo a una serie di modificazioni a livello del sistema nervoso. Si innescano, quindi, cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella temperatura corporea, nell’attivazione muscolare e nel livello di ossigeno nel sangue. Ogni emozione comporta cambiamenti corporei non solo interni, ma anche visibili all’esterno. Tutte le emozioni hanno una loro specifica e universale espressione facciale. Un determinato tono di voce che spinge a mettere in atto un comportamento preciso. Ad esempio aggredire se siamo arrabbiati o scappare se siamo spaventati.
Tutte le emozioni sono quindi utili e, anzi, indispensabili da un punto di vista evolutivo. In un certo senso ci servono a sopravvivere ed assolvono a tre scopi principali:
- Ci preparano fisicamente ad agire.
- Comunicano agli altri come ci sentiamo.
- Comunicano come stiamo a noi stessi
Rispetto a quanto si è detto fino a questo momento, dunque, le emozioni sono manifestazioni fisiologiche, necessarie per il mantenimento e l’evoluzione dell’essere umano. Assolvono ad una funzione importante, quella di “vigili” o di “sentinelle” in grado di dirci se c’è qualcosa che non va, in grado di permetterci di attivare quei comportamenti in grado di metterci in salvo.
Liberare le emozioni per non farsi del male
Ma allora, come è possibile liberare le emozioni? Perché, soprattutto nella nostra cultura, l’”essere emotivo” assume una connotazione negativa? La loro manifestazione è considerata fuori luogo dalla nostra società. Chi le esprime è spesso considerato una persona fragile o debole.
Questo avviene perché la nostra è una cultura completamente orientata all’azione, alla performance, alla esteriorità in cui ci viene richiesto di proiettarsi esclusivamente all’esterno e lasciarsi travolgere dalla confusione del mondo in cui si vive. Tale modalità comporta che la più comune reazione alle emozioni sia la fuga.
Se solo si comprendesse a fondo quanti danni provoca questo tipo di approccio, non avremmo dubbi nel dare libero sfogo alla nostra interiorità. Così facendo si ha modo di evitare quei blocchi emotivi da cui nascono le nevrosi e anche le psicosi.
Infatti il problema non sono le emozioni di per sé ma come noi, nella maggior parte dei casi, le gestiamo… anzi non le gestiamo affatto!
Lo yoga per il benessere emotivo
Ancora una volta, però ci viene in aiuto lo yoga! La pratica costante di questa disciplina ci porta a riscoprire e valorizzare la nostra dimensione interiore.
La pratica delle asana, del Pranayama e delle tecniche di meditazione rilassamento ci portano a calmare la mente e liberarla dal turbinio di pensieri. Dona equilibrio e facoltà di scelta, rendendo lucidi e consapevoli.
Se riusciamo a liberare le emozioni e i tanti condizionamenti mentali, entrando in contatto con la parte più profonda di noi stessi, ci mettiamo in ascolto di ciò che sentiamo. Acquisiamo consapevolezza, sviluppando maggiore autostima, accettazione dei propri limiti e lavorando in un’ottica di crescita personale.
E allora smettiamo di scappare dalle nostre emozioni. Iniziamo a viverle, accettarle, e a riconoscere le reazioni ed i comportamenti che si generano in noi senza giudicare, senza pensare se è giusto o sbagliato, se posso e non posso. E soprattutto impariamo a lasciarle andare, non aggrappandoci a quell’emozione lasciando così che ci condizioni nelle scelte e nelle decisioni.
In questo processo gioca un ruolo molto importante l’intelligenza emotiva, legata alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed le altrui emozioni. Sono proprio queste che lo yoga va a stimolare, una soft skill sempre più richiesta dalle aziende che per i propri managers e leaders.